Il Medioevo e le sue leggende.

Torre come tanti paesi ciociari e italiani affonda le sue radici nel medioevo.

Partendo da questo presupposto ho pensato di parlare un po’ degli usi, costumi, personaggi sperando di sfatare i mille luoghi comuni che pensiamo siano veri di quel periodo storico.

È mai esistito lo ius primae noctis? Davvero si credeva che la terra fosse piatta? È vero che poco prima dell’anno mille tutto si fermò in quanto si pensava che il mondo stesse finendo?
Le donne erano solo madri di famiglia o monache? Non esistevano scrittori o pensatori? E si potrebbe continuare.
Inizio parlando dello ius primae noctis.
Ignorantemente pensiamo che esso sia legato al “diritto della prima notte” da parte del signore feudale di sostituirsi al marito, in occasione del matrimonio dei vassalli, nella prima di notte di nozze.

È bene ricordare che anche nella nostra terra ci sono storie relative a quest’infelice diritto, ad esempio a Fumone (nel castello) e a Fiuggi ci sono due pozzi a ricordalo.

Ovviamente è, oggi la chiamiamo così, una leggenda metropolitana, anzi per esser più al passo con i tempi una “fake news”

 

La ricerca archivistica degli storici del medioevo non mostra alcuna traccia di questo diritto come lo intendiamo noi.  Anche nella letteratura dell’epoca non vi è traccia di tale usanza.
Già a partire dal ‘200 in Francia erano molto diffusi poemetti (fabliaux) e novelle satiriche  che affrontavano tra i tanti temi anche il sesso.
Il sesso non è mai stato un tabù e se ne parlava con estrema libertà e qui si può sfatare tranquillamente l’ennesima diceria legata a quegli anni.
In tutte queste novelle non si parla mai del diritto alla prima notte del signore feudale e non che non si parli di approcci del prete con le sue parrocchiane o il signore che si invaghisce di una contadina e cerca di farla sua.
Parliamo di cento anni prima di Boccaccio e nemmeno nella sua opera si trova traccia, nemmeno come espediente narrativo, di questo tipo di soprusi.

Fino al 1400 non abbiamo nessuna testimonianza che parli di qualcosa che assomigli allo dello ius primae noctis.

Anche se, proprio in quel periodo, si trova qualcosa che ci aiuta a capire come è poi nata questa leggenda.
In quegli anni in un villaggio francese venne ritrovato sa un monaco del luogo un documento del 1246 con su scritti gli obblighi dei contadini verso il signore del villaggio dove si parla del pagamento di una tassa se il contadino sposa una figlia con un ragazzo di un altro paese.

Il monaco tradusse questi obblighi in poesia e alla fine fece una sua aggiunta e così scriveva:

Oggi si pagano 3 soldi, ma ai contadini va bene, perché nei tempi antichi la tassa era tanto costosa che, piuttosto che dare al Signore un capo di bestiame, il padre gli offriva la verginità della figlia”

È qualcosa che però assomiglia al diritto della prima notte in quanto non se ne parla come un dritto bensì di una cosa che fa il padre della sventurata.
Alla fine del 1400 un avvocato, il dottor Rebaccini, scrisse una storia su Cuneo; parlando della fondazione della città a fine ‘200 (nei “Bui vecchi tempi”) da parte di un gruppo di contadini in fuga da un signore di un villaggio vicino, fra le tantissime cause individua il privilegio concesso al signore di intrattenersi con le neo-spose.
Storie simili (“nate” sempre tra il 1400 e il 1600) si trovano in tante altre città italiane e francesi .
Allego il video del Professor Barbero da dove ho preso le mie notizie.
Ovviamente ascoltatelo, è un’ora ben spesa, per approfondire il tema che ho trattato.

 

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1603&v=2orFWN5Zyq0

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